Granata arresi per Ogbonna (di Romeo Agresti)
Domanda semplice: esiste ancora la sana rivalità calcistica sabauda? Angelo Ogbonna, prodotto e perno del Torino, con il passare dei giorni si avvicina sempre di più al clamoroso approdo alla corte di Antonio Conte. Trasferimento che con il passare dei giorni sta rasentando la più totale normalità. Apparentemente potrebbe risultare scontato, con il pesce più grosso che si assicura quello più piccolo, ma se in questo discorso analizziamo le componenti totali, per più motivi, appare assai curioso come l’ambiente torinese si stia preparando all’avvenimento.
Che la Juventus sia su Ogbonna da più di un anno è ormai il segreto di Pulcinella. L’allenatore salentino è da sempre un grande estimatore del difensore, non a caso son due stagioni che, nel limite delle proprie possibilità, è stato visto più volte sugli spalti dell’Olimpico. Presso la tana dei cugini ha capito come il calciatore di origini nigeriane sposi i suoi dettami difensivi. Può ereditare – all’occorrenza – il ruolo di Chiellini, può giocare come laterale sinistro nella difesa a 4. Insomma, una sorta di Caceres, quindi un jolly, ma mancino. Detto ciò, dopo il primo derby dell’era Juventus Stadium, molti tifosi del Torino hanno scaricato il loro ormai vecchio idolo, reo di aver scambiato a fine match la casacca con Marchisio, un gesto captato quasi come un affronto dal popolo granata.
Tra i sostenitori del club di Urbano Cairo vige in realtà la totale indifferenza, il motto comune è quello del “vada dove vuole, l’importante è che arrivino soldi freschi”. Angelo, ragazzo cresciuto con i miti del Grande Torino, di Meroni e del Fila, di punto in bianco dovrà imparare la storia dell’Avvocato, del Dottore, di Scirea e dei trionfi in Italia e in Europa.
Insomma, il business è business, e i soldi non hanno provenienza. E tra qualche mese vedere Ogbonna con la casacca juventina non sarà più un concetto utopistico. This is calciomercato.
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