giovedì 18 settembre 2014

Federico Bernardeschi

Un sinistro di quelli che generalmente viene donato solo ai talenti purissimi ed un fisico che potenzialmente di permette di giocare in qualunque posizione del campo. E' questo il mix magico che fa di Federico Bernardeschi uno dei più importanti prospetti del calcio italiano.
Genio (ma senza sregolatezza) il talento sul quale punta forte la Fiorentina ha impiegato pochissimi mesi a meritarsi le attenzioni degli appassionati di calcio prima e addirittura del ct della Nazionale maggiore poi. Si perchè mentre Bernardeschi faceva impazzire i tifosi del Crotone con giocate da fenomeno, Cesare Prandelli non ha mai smesso di seguire i suoi progressi fino a convocarlo per uno stage Azzurro che si è tenuto dal 10 al 12 marzo 2014. Ma se la prima 'convocazione' poteva essere un modo per conoscersi meglio, la seconda, avvenuta poco prima dei Mondiali in Brasile, è una promozione sul campo a talento sul quale anche l'Italia di Conte potrà contare per il futuro.


Dopo aver mosso i primi passi nell'Atletico Carrara, Bernardeschi è ancora un bambino quando nel 2001 approda nel Ponzano, la scuola calcio dell'Empoli. Il club toscano è da sempre fucina di talenti ma questa volta si vede soffiare quello che potrebbe essere il suo gioiello più prezioso da un'altra Toscana: la Fiorentina. 

A volerlo in viola è quel Pantaleo Corvino che sul suo fiuto ha costruito una carriera che l'ha portato ad essere uno dei dirigenti italiani più apprezzati. Il ds salentino ha una predilezione per i giovani ed il settore giovanile ed intravvede in quel ragazzino di 9 anni doti fuori dal comune. 

Nella Fiorentina Bernardeschi compie tutta la trafila, partendo dai Pulcini, passando poi negli Allievi Nazionali fino ad approdare in Primavera dove vince una Supercoppa Italiana e si consacra come leader della squadra chiudendo la sua ultima stagione con un bottino incredibile di 17 reti in 22 partite. Nel corso dei suoi anni in riva all'Arno le sue qualità vengono notate anche in Inghilterra dove un certo sir Alex Ferguson, un altro che con i giovani ci ha sempre visto benissimo, lo vuole al Manchester United. La tentazione sarebbe di quelle forti ma Bernardeschi e la sua famiglia decidono che è giusto continuare il percorso di crescita a due passi da casa.

Il resto è storia recente. Il club gigliato decide che per il talento classe 1994 è arrivato il momento di fare il grande salto tra i grandi ma la scalata deve essere graduale. Nell'estate del 2013 va in prestito al Crotone e l'approdo in prima squadra è praticamente automatico. In Serie B, Bernardeschi si dimostra elemento che può fare la differenza nonostante la giovanissima età e le 39 partite giocate, condite da 12 reti, sono la dimostrazione che la scommessa è stata vinta.
Attaccante o ala all'occorrenza, Bernardeschi ha nel sinistro la sua arma letale. E' capace di disegnare traiettorie raffinatissime che sono una manna per i compagni ed una condanna per i portieri avversari.


Dotato di un fisico importante che gli permette di difendere al meglio la palla, preferisce partire da destra per poi accentrarsi verso il centro per scatenare il suo tiro. Altro prezioso marchio di fabbrica sono i calci di punizione. Calciare sul palo protetto dal portiere o quello opposto non fa differenza, le qualità balistiche sono tali che, seppur con qualche differenza a livello di posizione in campo, può essere paragonato ad un altro mago dal macino rinomato: Alessandro Diamanti. 

In un 4-3-3 come quello spesso disegnato da Montella potrebbe essere potenzialmente devastante ma le qualità tecniche sono tali che è in campo potrebbe essere collocabile anche dietro le punte. Difetti? Ne ha come tutti i giovanissimi, a volte potrebbe darla prima evitandosi qualche trattamento non proprio di favore da parte dei difensori avversari, ma sono piccole sfumature che il tempo cancellerà.

La Fiorentina in questi mesi ha monitorato con attenzione i progressi del talento di Carrara, decidendo di reintegrarlo in prima squadra. Montella, che già gli aveva riservato qualche allenamento in prima squadra e qualche panchina in Serie A in passato, lo conosce bene ed è un suo estimatore.

In viola sanno bene di avere per le mani un pezzo da novanta, un ragazzo da far crescere con calma alle spalle dei vari Cuadardo e Borja Valero e sul quale bisogna puntare ad occhi chiusi. Già da questi mesi, per sostituire il lungodegente Rossi. Chissà, magari proprio in Europa League...

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