Club: Botafogo
Data di nascita: 11 agosto 1994
Luogo di nascita: Sao Goncalo (RJ)
Nazionalità: brasiliana
Ruolo: Difensore centrale
Altezza: 1.89 mt
Peso: 82 kg
Numero di maglia: 21
Quando sei brasiliano e di mestiere fai il difensore, centrale per giunta, la vita è un po' più dura: spazi ampi fra marcatore e chi offende, quel campo aperto che infiamma la platea ed in cui se sei quello senza palla rischi seriamente di diventare quel birillo che salti per esercizio in allenamento: il bello di questo calcio, lo spettacolo che mai manca, i dribbling, i funanboli che diventano poi i soggetti di molti video su youtube che titolano "skills and goals".
Oggi vi parlo di un prospetto interessantissimo, un prodotto sudamericano, brasiliano, un difensore che può, a mio avviso, avere tutte le carte in regola per sfondare, che può rappresentare quel materiale umano e tecnico da costruire, da malleare per ed in un calcio diverso, quello nostro, quello europeo, quello dove un match è un gioco a scacchi quasi.
Perchè Dòria? Perchè i giovani sudamericani? Partiamo da un presupposto: ciascun bravo giocatore che giochi in qualsiasi parte del mondo può fare bene nel nostro calcio, il problema si chiama tempo: il nostro è un calcio cannibale, che ti mangia se non riesci ad inserirti velocemente entro quel fisiologico periodo di adattamento, ti elimina, ti etichetta a flop. Quando si guarda in questi campionati, così diversi, il bravo osservatore deve capire che materiale ha di fronte: capire se può sviluppare certe attitudini, se può essere costruito sul piano tattico, educato, smussato per gli angoli del nostro calcio, in sintesi: costruito ad immagine e somiglianza della nostra idea di gioco, di partecipazione ad entrambe le fasi del gioco e, tanto più è il talento sia di base tecnica che fisica, tanto è più facile che si faccia centro. Ecco perchè guardiamo soprattutto ai giovani, perchè maggiormente definibili su entrambi i piani, ecco perchè guardiamo a questi stadi, a questi campi del Sudamerica, perchè qui c'è la voglia di lanciare i giovani, anche giovanissimi, c'è la possibilità di vedere espresso un talento in sfondi di pressioni e palcoscenici che i coetanei italiani vedono, ahinoi, troppo spesso solo in TV.
CONOSCIAMOLO MEGLIO - Matheus Dòria nasce nel 1994 a Sao Gocalo ed ormai s'è conquistato un posto in quel "elenco profesional" tanto ambito dai giovani delle categorie de base, l'obiettivo di ciascun ragazzo che s'affacci al rettangolo di gioco. Dòria arriva giovanissimo nel club del presidente fogao Mauricio Assumpcao ed è l'inizio del 2012 quando si aprono le porte della Prima Squadra al promettente difensore che, appena qualche giorno prima, giocava i quarti di finale della Copa Sao Paulo Junior: gli infortuni di Brinner e di altri compagni hanno costretto il tecnico, Oswlado De Oliveira, ad attingere dai giovani di un Vicente Figueiredo, tanto mentore quanto istruttore, e Dòria ha la sua chanche, la sua vetrina. Palmares con unCampeonato Carioca, mancino dalla grande fisicità si ritrova in uno spogliatoio di mostri sacri: Elkeson, Seedorf, o'mago Maicosuel, i nomi dei giornali, i nomi che cantano i tifosi. Arrivano le presenze, arrivano gli errori ma il ragazzo risponde bene, risponde con il lavoro, con i goal, risponde intraprendendo un percorso di maturazione regolare, in salita, ma in divenire.
CARATTERISTICHE TECNICHE - A leggere la carta d'identità di questo ragazzo si comprende come la base fisica si ben definita, una struttura ormai consolidata ed imposta nel rettangolo di gioco, quella fisicità che rappresenta l'arma in più del giovane numero 21.
Questo potere fisico è al servizio della squadra sia nella fase difensiva, sia in quella offensiva, in cui riesce ad essere decisivo nel gioco aereo in area avversaria ed a finire talvolta fra i marcatori.
A vederlo fra i coetanei spicca ed è questo il biglietto da visita con cui si presenta "fra i grandi", l'ex numero 4 della difesa Juvenil parte al centro della difesa ma all'occorrenza può essere anche spostato sull'out sinistro della linea anche se manca di quella continuità di passo, di gamba, caratteristica cruciale per quel ruolo. Grande fisicità, ottimo lo stacco ed il colpo di testa, buone le caratteristiche in marcatura, discreta ma ottimizzabile la capacità tecnica, palla al piede, può agire come primo creatore di gioco, come quel primo difendente che inaugura l'azione, buono il tempo ed il senso d'anticipo, complessivamente una buona velocità, soprattutto nel lungo tratto, buono il senso della posizione e la partecipazione ad entrambe le fasi di manovra, senso del collettivo, testa sulle spalle e cultura del lavoro, voglia di migliorare, un biotipo longilineo, atletico, in sintesi: sicuramente un elemento da tenere d'occhio, che ha futuro e che può rappresentare oggetto d'interesse per le formazioni italiane, magari una squadra che lo possa aspettare, perchè ha tutto per avere un futuro importante.
Quando sei brasiliano e di mestiere fai il difensore, centrale per giunta, la vita è un po' più dura: spazi ampi fra marcatore e chi offende, quel campo aperto che infiamma la platea ed in cui se sei quello senza palla rischi seriamente di diventare quel birillo che salti per esercizio in allenamento: il bello di questo calcio, lo spettacolo che mai manca, i dribbling, i funanboli che diventano poi i soggetti di molti video su youtube che titolano "skills and goals".
Oggi vi parlo di un prospetto interessantissimo, un prodotto sudamericano, brasiliano, un difensore che può, a mio avviso, avere tutte le carte in regola per sfondare, che può rappresentare quel materiale umano e tecnico da costruire, da malleare per ed in un calcio diverso, quello nostro, quello europeo, quello dove un match è un gioco a scacchi quasi.
Perchè Dòria? Perchè i giovani sudamericani? Partiamo da un presupposto: ciascun bravo giocatore che giochi in qualsiasi parte del mondo può fare bene nel nostro calcio, il problema si chiama tempo: il nostro è un calcio cannibale, che ti mangia se non riesci ad inserirti velocemente entro quel fisiologico periodo di adattamento, ti elimina, ti etichetta a flop. Quando si guarda in questi campionati, così diversi, il bravo osservatore deve capire che materiale ha di fronte: capire se può sviluppare certe attitudini, se può essere costruito sul piano tattico, educato, smussato per gli angoli del nostro calcio, in sintesi: costruito ad immagine e somiglianza della nostra idea di gioco, di partecipazione ad entrambe le fasi del gioco e, tanto più è il talento sia di base tecnica che fisica, tanto è più facile che si faccia centro. Ecco perchè guardiamo soprattutto ai giovani, perchè maggiormente definibili su entrambi i piani, ecco perchè guardiamo a questi stadi, a questi campi del Sudamerica, perchè qui c'è la voglia di lanciare i giovani, anche giovanissimi, c'è la possibilità di vedere espresso un talento in sfondi di pressioni e palcoscenici che i coetanei italiani vedono, ahinoi, troppo spesso solo in TV.
CONOSCIAMOLO MEGLIO - Matheus Dòria nasce nel 1994 a Sao Gocalo ed ormai s'è conquistato un posto in quel "elenco profesional" tanto ambito dai giovani delle categorie de base, l'obiettivo di ciascun ragazzo che s'affacci al rettangolo di gioco. Dòria arriva giovanissimo nel club del presidente fogao Mauricio Assumpcao ed è l'inizio del 2012 quando si aprono le porte della Prima Squadra al promettente difensore che, appena qualche giorno prima, giocava i quarti di finale della Copa Sao Paulo Junior: gli infortuni di Brinner e di altri compagni hanno costretto il tecnico, Oswlado De Oliveira, ad attingere dai giovani di un Vicente Figueiredo, tanto mentore quanto istruttore, e Dòria ha la sua chanche, la sua vetrina. Palmares con unCampeonato Carioca, mancino dalla grande fisicità si ritrova in uno spogliatoio di mostri sacri: Elkeson, Seedorf, o'mago Maicosuel, i nomi dei giornali, i nomi che cantano i tifosi. Arrivano le presenze, arrivano gli errori ma il ragazzo risponde bene, risponde con il lavoro, con i goal, risponde intraprendendo un percorso di maturazione regolare, in salita, ma in divenire.
CARATTERISTICHE TECNICHE - A leggere la carta d'identità di questo ragazzo si comprende come la base fisica si ben definita, una struttura ormai consolidata ed imposta nel rettangolo di gioco, quella fisicità che rappresenta l'arma in più del giovane numero 21.
Questo potere fisico è al servizio della squadra sia nella fase difensiva, sia in quella offensiva, in cui riesce ad essere decisivo nel gioco aereo in area avversaria ed a finire talvolta fra i marcatori.
A vederlo fra i coetanei spicca ed è questo il biglietto da visita con cui si presenta "fra i grandi", l'ex numero 4 della difesa Juvenil parte al centro della difesa ma all'occorrenza può essere anche spostato sull'out sinistro della linea anche se manca di quella continuità di passo, di gamba, caratteristica cruciale per quel ruolo. Grande fisicità, ottimo lo stacco ed il colpo di testa, buone le caratteristiche in marcatura, discreta ma ottimizzabile la capacità tecnica, palla al piede, può agire come primo creatore di gioco, come quel primo difendente che inaugura l'azione, buono il tempo ed il senso d'anticipo, complessivamente una buona velocità, soprattutto nel lungo tratto, buono il senso della posizione e la partecipazione ad entrambe le fasi di manovra, senso del collettivo, testa sulle spalle e cultura del lavoro, voglia di migliorare, un biotipo longilineo, atletico, in sintesi: sicuramente un elemento da tenere d'occhio, che ha futuro e che può rappresentare oggetto d'interesse per le formazioni italiane, magari una squadra che lo possa aspettare, perchè ha tutto per avere un futuro importante.
Nessun commento:
Posta un commento