mercoledì 21 novembre 2012

Domenico Berardi

Il nome nuovo della nuova serie B è l’esterno offensivo del Sassuolo Domenico Berardi. Elemento alla prima stagione da professionista, appena diciottenne (08/1994), ma subito impostosi come titolare inamovibile in una squadra di elevato livello tecnico e tattico, il giovane nero-verde è tra i calciatori più in evidenza in questo inizio da stagione con all’attivo 3 gol e 3 assist in 10 partite giocate. Giocatore dall’ottima struttura fisica (180 x 74), equilibrato nel rapporto dinamicità/potenza (complessivamente ancora molto acerbo), in grado di esprimere sia notevolissime capacità di corsa sul medio raggio (specie nei primi 10 metri), che un allungo progressivo anche in possesso palla. Nel club d’appartenenza è un classico esterno sinistro a 3 in un piuttosto canonico 4-3-3, nonostante in alcune soluzioni altamente specifiche venga spostato in posizione più centrale, quasi a fungere da punta centrale di profondità. Al momento, pare difficile ipotizzare una sistemazione in campo differente: per movimenti e repertorio tecnico non sembra adattissimo nè leggermente arretrato in un ipotetico centrocampo
a 4, nè come seconda punta punta “pura” in un attacco a 2. Mancino naturale di finissimo livello, molto tecnico e pulito nell’esecuzione e dotato di una potenza e reattività quasi da attaccante vero, meglio a bassi regimi che in corsa la capacità di conclusione; molto buono invece il destro, pur dimostrando in molte soluzioni e nel cambio di piede una confidenza di precisione e di tocco ben superiore alla media del ruolo (al limite del’essere ambidestro). E’ altresì specialista nei calci piazzati anche laddove il suo mancino sembrerebbe penalizzato. Dal punto di vista tecnico il ventaglio di giocate e soluzioni è già piuttosto completo (aspetto piuttosto raro per un elemento alle prime partite da professionista), non funanbolico nell’approccio (ma con ampi margini di miglioramento anche nel dribbling) o portato al gioco tra i piedi, ma eccellente nel controllo del pallone (secondo controllo su tutti) e nella rapidità di scambio e di fraseggio. L’aspetto più interessante in assoluto è la capacità di movimento tra le linee e nei tagli: nel farsi lanciare e nel trovare lo spazio tra terzino ed ultimo centrocampista dimostra un’innata capacità di smarcamento e d’inserimento, aspetto che ne fa un ideale strumento offensivo e di pressione anche nelle fasi di maggiore compattezza avversaria (la facilità di calcio è rete è da fuoriclasse). Nel ricevere il passaggio e concludere, nel trovare le zone d’ombra tra le area di marcature e nel tagli centrali senza palla è forse già il migliore della B. Ugualmente portato anche al gioco di rimessa e ai capovolgimenti di gioco, per quanto la freddezza e la cattiveria in alcuni momenti chiave della partita sia ancora più da giocatore Primavera che da professionista (il girone d’andata per un elemento passato tra i “grandi” è il momento in assoluto più difficile: spesso alcuni limiti o carenze sono più il frutto del momento di transizione che reali lacune). In fase di non possesso esprime grandissima disponibilità al rientro ed al prendere il terzino avversario (forse anche troppa, data la tendenza di molti tecnici italiani di forzare il 4-3-3 in fase di non possesso oltre il limite del 4-5-1), aspetto che conseguentemente ne limita la lucidità nelle situazioni di transizione positiva e nella generale presenza nella trequarti avversaria. Ad oggi il ragazzo è già una seconda punta da B anche da 15 gol (a parità di età e di frazione di campionato, El Shaarawy era riserva nel Varese ed Insigne faceva tribuna in Lega Pro). Difficile stimare il potenziale di crescita del ragazzo (le prime partite da professionista sono le peggiori anche per i migliori osservatori), ma la maturazione avvenuta negli ultimi 6 mesi (tecnicamente e mentalmente) ha stupito davvero tutti. Ad oggi è in assoluto tra i migliori giovani italiani e nel giro di qualche anno potrà valere anche la Nazionale maggiore. Ci scommettiamo.

Nessun commento:

Posta un commento